18 luglio 2007

Una traduzione da Rimbaud

da Une saison en Enfer


A quatre heures du matin l’été
Le sommeil d’amour dure encore
sous le bocages s’évapore
L’odeur de soir fêté

Là bas, dans leur vaste chantier
Au soleil des Hesperides
Dejà s’agitent – en bras de chemise –
Les charpentiers

Dans leur Désert de mousse, tranquilles,
Il préparent les lambris précieux
Où la ville
Peindra des faux cieux

O, pour ces Ouvriers charmants
Sujets d’un roi de Babilone,
Vénus ! quitte un instant les Amants
Dont l’âme est en couronne

O reine de Bergers,
Porte au travailleurs l’eau-de-vie,
Que leurs forces soient en paix,
En attendant le bain dans le mer à midi

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Alle quattro del mattino il sonno
dell’amore, d’estate, dura ancora,
e svapora dai boschi frondosi
il profumo delle feste serali

negli smisurati cantieri, là in fondo,
alla flebile luce delle esperidi
già si agitano i petti nudi
dei Carpentieri

nel loro deserto di schiuma, pacifici,
preparano gli intonaci preziosi
su cui la città vedrà dipinti
i suoi cieli posticci

Per quegli Operai luccicanti,
Sudditi d’un re babilonese, Oh Venere
lascia un istante i tuoi amanti
Con le anime a corona.

Oh, Regina dei Pastori
ai lavoratori porta l’acquavite
che tramuti in pace le loro fatiche,
aspettando mezzogiorno e un bagno in mare.

11 luglio 2007

Una bocciatura e un sogno

Bello scherzo m’hai tirato, Arsenio
con la tua Valmorbia, terra senza notti…
Ricordi? (Parlavi tra i cumuli di libri
mentre gli ultimi fili di tabacco
scoppiettavano a sussulti) Parlavi
dei monti, di spari taciuti e di volpi, ed io
ascoltavo in silenzio
le tue scialbe memorie di vecchio,
la tua voce argentina cantare…
ma il capo assonnava ad oriente,
già reclinato, la tua voce sognavo,
ma in versi, tanto che a sprazzi
smettevo di esistere (sai cosa intendo
conosci bene l’immobile delirio).
Poi, di colpo, alzato il sipario,
il ridestarsi alla nebbia di sempre,
sparita la valle, spariti i fucili e le grotte
tutto slavato dai sogni. Mi senti?
Ti sento – risposi – ricordo. Ma solo
era un futile schermo
al mio sonno colpevole.

(Che pirla! Se solo
ti avessi ascoltato, se avessi
realmente seguito paziente quei passi,
quei quattro brevi giri di frase,
la storia e i suoi echi persi nel tempo…
non altro serviva, non altro
si chiede a studenti)

Ma adesso mi basta il tuo riso
lo sento forte dall’alto, tra i nembi,
e so che mi senti. E mi basta.

4 luglio 2007

Recherche

Ho cercato alla sorgente di ogni fiume
dove l’acqua è più limpida l’essenza
del tuo sguardo irripetibile del tuo
iride cristallino.

Ho cercato tra i venti puri e alti
la potenza del tuo riso, l’argentino
lento svolgersi melodico
del tuo respiro

Ho cercato nel profumo della pioggia
il tuo splendido aroma di vertigine
l’odor soave, il dolce soliloquio
dei tuoi pori

Ovunque ho cercato qualche segno
qualche simbolo di te, del tuo passaggio,
ma non ho mai trovato nulla,
se non una manciata di versi disperati
scritti con furia in una notte
di una tiepida estate come questa.